
Oggi siamo in compagnia di Stefano Rossini, che ricopre il ruolo di Curatore della collana Dedalo all’interno della casa editrice Vincent Books
Ciao a tutti, grazie per lo spazio che ci dedicate
Come nasce Dedalo?
Come nasce Dedalo… Dedalo nasce un po’ all’improvviso. Nel 2016 ho pubblicato un romanzo con Tombolini, un editore che fece (parlo al passato perché ha chiuso, come nuove edizioni, ma è ancora disponibile il catalogo) la scelta di presentarsi solo con libri in digitale. Dopo la pubblicazione del mio romanzo ho continuato a collaborare con Tombolini curando alcuni articoli, approfondimenti e rimanendo nel settore editoriale.
È proprio in quest’ambito che è partita l’idea. A una cena, chiacchierando con colleghi e amici è venuta fuori la passione comune per i librigame (io sono nato tra gli anni ‘70 e ‘80 e da ragazzo ero un grande appassionato di LG, soprattutto della serie scegli la tua avventura, e poi di Lupo Solitario, Oltre l’incubo, e le altre serie classiche del tempo), e abbiamo cominciato a discutere di come i librigame avrebbero potuto ben adattarsi al libro digitale, per la possibilità di sfruttare i link e tutta una serie di possibilità legate allo strumento digitale.
Ho preso la palla al balzo e ho chiesto all’editore di creare una nuova collana che avrei curato io, dedicata appunto ai librogame. Subito mi sono messo in contatto con amici e appassionati e ho stilato una lista di nomi da contattare per proporre il progetto.
Questo fino al 2018, quando, avevamo già pubblicato tre libri, Tombolini ha chiuso i battenti e il progetto ha rischiato di chiudere. Ma a salvarci è arrivato Francesco Mattioli, amico di vecchia data e che aveva firmato l’ultimo libro di dedalo digitale: Progetto Moebius.
Francesco da anni lavora e collabora con Raven Distribution e si è adoperato per traghettare il progetto Dedalo sotto Raven.
Così siamo ripartiti, questa volta con libri cartacei.
Cosa significa quindi Dedalo per voi?
Dall’inizio l’obiettivo di Dedalo è stato stampare e distribuire libri belli. Abbiamo dato subito più spazio alla componente letteraria rispetto a quella ludica. Non tanto per una questione accademica o snobistica, ma perché un librogame resta prima di tutto un libro, e per quanto la componente di scelta, bivi, regole lo differenzi da un libro classico e anzi lo renda un media unico e dall’approccio diverso, ha l’approccio di un libro. Il lettore si confronta prima di tutto con parole e narrazione, per cui deve essere scritto bene e deve essere piacevole da leggere, come un qualsiasi libro che apriamo per la prima volta.
Per noi, quindi, Dedalo significa belle storie scritte bene, in cui però il protagonista sei tu! :)
Quale è il target a cui vi rivolgete con i vostri librigame?
Ci rivolgiamo ad un pubblico ampio non composto solo da nostalgici, anzi, ci piace l’idea di far conoscere i librogame a chi non ne ha mai sentito parlare. Per questo abbiamo dato spazio a storie e ambientazioni molto varie, non limitandoci solo al fantasy o alle tematiche solitamente più gettonate. Ogni libro, infatti, cambia genere sulla base delle proposte dell’autore e delle sue inclinazioni.
Avete delle linee guida nello scegliere eventuali opere inedite? I titoli pubblicati devono rispecchiare alcuni generi narrativi, stili o tipologie di gameplay/struttura particolari? Come vengono scelti gli autori e i titoli da pubblicare?
Cerchiamo di coprire generi diversi, senza fossilizzarci sulle solite uscite. Scegliamo i titoli in base alle proposte che ci arrivano o confrontandoci con i nostri autori e cercando di vagliare assieme il materiale. Questo approccio vale sia per la parte narrativa che per quella ludica. Per ora l’unico elemento costante è stato un apparato di regole snello, e potendo originale, ma anche in questo caso non è una regola ferrea. Se ci arrivasse una proposta di librogame con un regolamento complesso ma originale, ben fatto e ben integrato nella narrazione lo valuteremo sicuramente.
L’unica linea guida inderogabile è una bella scrittura.
Quanto tempo impiegate, mediamente, a produrre un nuovo gamebook una volta che vi viene consegnata la prima bozza?
Abbiamo un editing molto accurato e la nostra lavorazione è in effetti piuttosto lunga. Raramente impieghiamo meno di 4 mesi. Poi dipende anche da quanto è definitivo il testo che ci arriva. Alcuni libri hanno chiesto un intervento e un controllo lungo, altri sono stati più snelli e facili da lavorare.
Che percezione avete del settore biblio/interattivo in Italia?
Non è un settore facile, come ho scoperto anche io durante questa mia prima esperienza da curatore editoriale, perché i costi e la lavorazione di tutto il processo sono lunghi e complessi.
Diciamo che dopo il deserto dei primi anni 2000, periodo in cui di librogame non si parlava più, c’è stato un rinnovato interesse per i librogame così come per tutto il mondo retro e vintage, e sicuramente autori ed editori sono stati bravi ad intercettarlo e a proporre non solo opere nostalgiche ma anche altri lavori più in linea con i tempi.
Al momento c’è sicuramente un gran bel fermento da parte di tante realtà editoriali.
Ci vuoi dare qualche informazione sui futuri progetti, senza fornire indicazioni temporali per far salire un po’ di sano Hype?
Dedalo continuerà nella sua ricerca di nuovi autori e abbiamo già in cantiere altri tre quattro libri pronti a uscire. Anche in questo caso i generi saranno molto diversi, si va dal mistery, all’ironico - in quest’ultimo caso con un omaggio molto marcato alle avventure della Lucasfilm in stile Zak Mckracken.
Ma la vera novità che vedrà la luce proprio nel 2023 sarà una sezione speciale di Dedalo dedicata alle novità straniere che tradurremo e pubblicheremo nella nostra collana. Anche in questo caso sono libri di genere diverso, ma tutti accomunati da una scrittura brillante e un sistema di gioco agile. Il nostro talent scout per l’estero è Francesco Mattioli, grande e appassionato lettore che ha deciso di portare in Italia, in italiano, i libri che ha trovato e giocato.
Che caratteristiche deve avere colui/lei che vi sottopone un’opera?
Temo di ripetermi, ma il primo punto è sicuramente la bella scrittura. Con questo aggettivo intendo una scrittura piacevole da leggere, scorrevole, avvincente. Per fare un paragone un po’ di impatto, noi cerchiamo bei libri che possano essere finiti anche senza l’elemento game. Nel senso. Provate a togliere il gioco da un libro gioco, e saltare liberamente dai paragrafi senza dover riuscire in prove o con altre modalità. Quello che vi deve lasciare l’esperienza è una sensazione di soddisfazione, per esservi immersi in una storia che vi ha coinvolto. Nel librogame questo aspetto aumenta grazie alla partecipazione attiva nella storia, ma rimane il fatto che il medium è la lettura. Le regole si possono modificare, sistemare, migliorare o addirittura togliere (come abbiamo fatto in certi casi), ma il resto no. Quindi sicuramente questo è il primo punto e quello imprescindibile. Poi ci piace anche l’originalità e un bel sistema di gioco, magari diverso da quelli già letti, non per forza più complesso.
Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo te, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale?
Alcune volte può capitare che la ricerca dell’originalità in un settore che ha visto tante sperimentazioni porti un autore a creare una storia troppo arzigogolata o in cui è difficile raccapezzarsi. Allo stesso modo le regole alcune volte rischiano di essere troppo pesanti e di schiacciare la parte narrativa.
Un altro errore che spesso capita, all’opposto, è quello di voler invece essere troppo aderente ai classici. Dare vita a un’opera che vuol essere un omaggio e invece rischia di non dire nulla di nuovo.
Vuoi dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?
Urka! Che domandona! :) Io direi: osate, lavorate su un’idea che vi piace e vi entusiasma e soprattutto siate molto ricettivi su consigli, correzioni e sistemazioni. Un buon libro nasce spesso da un lavoro di gruppo.
Veniamo all’angolo “personale”: quale titolo ti sta a cuore/ti rende orgoglioso edito da Dedalo e quale titolo avresti voluto pubblicare (ma non hai potuto) o è stato pubblicato da altri
Suonerà banale ma sono legato a tutti i titoli di Dedalo, perché ognuno ha una storia molto personale. Per molti di loro, penso a Il sabba nero, o al Libro dei Libri, ma anche all’odore della pioggia, sono proprio andato dall’autore per chiedergli di fare qualcosa per noi, e ho visto il progetto partire da una bozza, un’idea e diventare un libro.
Sì, ho qualche rimpianto - e chi non ne ha - ma siccome il panorama editoriale dei librigame è un luogo piuttosto infido, preferisco tenermeli per me! :D
Vuoi dire qualcosa ai lettori di Mi.Gi? Avete qualche consiglio da dar loro su come scegliere i librigame?
Sì, mi sento di dire questo: i libri non sono oggetti sacrali, e bisogna avere con loro un rapporto franco. Se un libro ci piace lo leggiamo, rileggiamo e lo consigliamo, se non ci piace lo lasciamo a metà, e se scopriamo che nel panorama dei libri (e librigioco), ci sono lacune e mancano storie, beh, allora lo scriviamo. Noi siamo sempre aperti alle proposte (anche se siamo un po’ lenti a rispondere perché gli impegni sono sempre tantissimi!)
Grazie per il tempo che ci hai dedicato! E grazie per il lavoro che allieta i nostri momenti di svago
Grazie a voi! E ricambio i ringraziamenti e i complimenti per il vostro lavoro di lettura, recensione e diffusione!
- Leggi tutte le altre interviste alle case editrici di librigame italiane
- Leggi l'intervista alla Vincent Books
- Scopri tutte le recensioni ai librigame della Vincent Book, fra cui i Dedalo
LASCIA IL TUO PENSIERO